Questo documento deve essere considerato come una vista della guerra del 1915-1918, in relazione con l'arrivo dell'fascisme.
Come nazione, l'Italia esiste soltanto da 1861. È una monarchia costituzionale nella quale il re ha poteri ampi. Il Parlamento, allora eletto dai considerevoli, è lungi da rappresentare tutti gli strati sociali.
Il primo re, Victor Emmanuel II (1820-1878), realizza l'unità italiana e coltiva l'amicizia franco-italienne; Il secondo, Humbert I (1844-1900), si allontana tanto più della Francia che quest'ultimo occupa la Tunisia in 1881. Nonostante il diverso tra l'Italia e l'Austria a proposito delle terre irredente (possessi austriaci popolati di italiani) Humbert I si avvicina allora alla Germania e all'Austria firmando il patto della Triplice.
Durante il suo regno l'Italia del Nord si industrializza, mentre il sud resta per lo più povero ed illetterato. Ma la mancanza di materie prime, gli scandali bancari e la sconfitta militare di 1896 in Etiopia (dove l'Italia cerca di costituirsi un impero coloniale), sono all'origine di una crisi sociale che accentua le divisioni tra la borghesia e le masse popolari acquisite ad un socialismo crescente. Sommosse scoppiano e sono duramente represse. Nel 1900 Humbert I, che rappresenta una società socialmente immobile, è assassinato da un anarchico.
Victor Emmanuel III gli succede e lascia una grande parte del suo potere al primo ministro. La congiuntura economica internazionale favorisce una ripresa dell'attività industriale e questo ha per effetto di issare l'Italia alla fila di grande potenza borghese ma anche, per contraccolpo, cosa che accentua gli antagonismi sociali. E non si conta più il numero degli appelli allo sciopero generale lanciati dalle Socialisti. In materia di politica esterna il trattato della Triplice è rinnovato a nel 1915 ma è tuttavia restretto nel 1902 da un accordo segreto firmato con la Francia, accordo che subordina l'entrata in guerra dell'Italia contro la Francia alla possibilità di un attacco della Francia contro la Germania. Nel 1911 l'Italia toglie la Libia alla Turchia e questo ravviva, se necessario, il nazionalismo italiano.
Nell'ottobre 1914, mentre la grande guerra ha appena cominciato e che la Francia sembra essere in cattiva posizione di fronte alla Germania, Mussolini, Socialista anti-intervenzionista, redattore principale del giornale socialista “Avanti„ (giornale anti-intervenzionista), chiama l'Italia ad impegnarsi militarmente ai quotati della Francia.
È immediatamente messo alla porta del giornale quindi egli è espulso del partito socialista. Fonde allora “egli Popolo di Italia„ nel quale fa campagna a favore della guerra. Gli interventisti (garibaldiens, nazionalisti, anarchici, irrédentistes, industriali, ecc.) lo sostengono, tutti per ragioni diverse.
La grande maggioranza degli italiani, Socialisti in testa, desidera negoziare la neutralità dell'Italia. Ma, di fronte ai belligeranti, sembra che sia soltanto l'entrata in guerra che sia monnayable (e non la neutralità!). Concludendo, il 26 aprile 1915, di - l'egoismo incoronato (traduzione: optare per il campo che promette più), l'Italia firma con l'intesa (Francia, Gran Bretagna, Russia) il trattato segreto di Londra.
Il 3 maggio il primo ministro italiano, Salandra, denuncia Triplice senza consultare il Parlamento. Quest'ultimo si insorge, Salandra si dimette, Mussolini e gli interventisti (minoritari) lo sostengono manifestando in tutto il paese. Salandra è ricordato dal re e il 24 maggio 1915 l'Italia dichiara la guerra alla Austria-Ungheria.
Come in Francia, la guerra si sprofonda molto rapidamente e si trasforma in guerra di posizioni che, giorni dopo giorni, vede prolungarsi l'elenco delle morti senza progressione considerevole del fronte.
Mussolini bersagliere, è un soldato esemplare. Nel febbraio 1916, sullo Isonzo, è nominato caporale per i suoi atti d'bravoure
Isonzo (Nord-est dell'Italia), sono l'equivalente di Verdun (Nord-est della Francia) per la rugosità dei combattimenti. Le offensive tanto italiane quanto austriache si succedono tra il 1915 ed il 1917 e fanno centinaia di migliaia di vittime nei due campi. Inoltre, essere nominato caporale in tale contesto è un onore innegabile. Tanto più che la citazione di Mussolini è più le elogiative:
Seriamente ferito nel febbraio 1917, Mussolini è trasportato verso la parte posteriore quindi riformata.
La guerra che si perpetua e l'aumento del costo della vita permette ai provocateurs socialisti di iniziare gravi sommosse alla parte posteriore. Così, a Torino, il 23 agosto 1917, un insurrection, con confusioni e barricades, condotta ad un confronto tra forze dell'ordine ed insorti. Il bilancio del dramma tiene conto di 57 morti e di centinaia di feriti.
Sul fronte dello Isonzo la sconfitta terribile di Caporetto non migliora il morale degli italiani.
Mussolini che ha ripreso la direzione del giornale “egli Popolo di Italia„, continua allora della sua piuma a sostenere i combattenti. Di città in città va che fustiga i disfattisti ed i profittatori. Denuncia l'ingiustizia che fa pesare sui più poveri - l'imposta del sangue e propone, per la dopo guerra, che vantards ed i parassiti siano neutralizzati e che i vecchi combattenti si vedano offrire un posto privilegiato nel governo. Quindi precisa che il governo secondo guerra dovrà essere esercitato da un uomo abbastanza energetico e spietato per dare un buono colpo di spazzola: un dittatore, in un certo qual modo!
Durante questo tempo il capitano Gabriele di Annunzio, autore e poeta intervenzionista che si è impegnato a 52 anni per combattere, diventa poco a poco eroe nazionale, cosa che eclissa un po'le prese di posizione di Mussolini.
Raccolti sulla riva diritta del Piave, dopo Caporetto gli italiani riescono a contenere il nemico. Nell'agosto 1918 riprendono l'iniziativa ed in ottobre guadagnano la vittoria di Vittorio Veneto che forzato la Austria-Ungheria a chiedere l'armistizio (firmato il 4 novembre 1918 alla Villa Giusti).
L'Italia è vittoriosa! Oltre a Vittorio Veneto, in tre anni ha guadagnato successi notevoli tanto su terra che su mare (con le sue vedette lance-torpilles) che nelle arie (763 vittorie per 166 aerei persi). È l'euforia!
Nato a Dovia di Predappio (Italia) il 29 luglio 1883, è il figlio di un maniscalco anarchiste e di un insegnante cattolico entusiasta e riceve un'istruzione cristiana.
Dopo una vita politica animata, che scivola del militantisme rivoluzionario alla dittatura, è assassinato a Mezzegra (Italia) il 28 aprile 1945.
Fin dall'età di 17 anni si iscrive al partito socialista. Dopo essere stato insegnante che sostituisce, nel 1902 egli esiliato in Svizzera per sottrarsi al servizio militare. Vi è manovra e sindicalista a nel 1904, data nella quale si risolve a ritornare in Italia per compiere il suo servizio militare.
Quindi, giornalista, nel 1909 prende la direzione del settimanale socialista, “Lotta di classifica„ (la lotta delle classi). E nel 1912 diventa redattore principale del giornale Avanti (giornale del partito socialista).
Nel 1914 raccomanda Interventionniste pro-Inghilterr'e Francia (mentre le Socialisti sono non intervenzioniste). È immediatamente escluso dal partito socialista.
Nel 1915 l'Italia dichiara la guerra all'Austria e Mussolini parte sul fronte a nel 1917, data nella quale è seriamente ferito. Riformato, lavora allora al giornale “egli popolo di Italia„, nel quale denuncia i metodi di condotta della guerra.
Nel 1919 fonde “Fasci Italiani di Combattimento„ (i fasci italiani di combattimento) che trasforma in parte nazionale Fasciste (PNF) nel 1921.
Nel contesto instabile di dopo-guerra, il suo - fasci intimidiscono tanto i governi successivi che i sindacati. E così nel 1922 Mussolini prende legalmente il potere e lo trasforma poco a poco in dittatura.
Duce è un esempio, tra l'altro per Hitler presso che si avvicina dopo il 1935. E nel corso della seconda guerra mondiale si sistema ai suoi lati, contro gli alleati.
Dopo le sconfitte successive italiane, nel 1943 è fermato da ordine del re. I tedeschi lo liberano e lo aiutano ad instaurare una repubblica sociale italiana.
Il 25 aprile 1945 è catturato da - partigiani italiani e germogliato immediatamente.
Autore italiano, nato a Pescara in 1863, è il figlio di una famiglia ricca. Dopo una vita durante la quale alternano gloria ed incroci del deserto, muore nel 1938, dimenticato da quasi tutti i suoi concittadini.
Di Annunzio è autore di poesie, di opere teatrali e di romanzi, scritti in italiano ed a volte in francese. Alterna scrittura e politica (nel 1987 è eletto alla camera dei deputati) prima di partire per la Francia, nel 1910, coperto di debiti.
Di ritorno in Italia, interventista nel 1914, milita per l'entrata in guerra ai lati della Francia. Nel 1915, alla dichiarazione di guerra dell'Italia contro la Austria-Ungheria, si impegna nell'esercito come capitano. Ha allora 52 anni!
Fantassin sullo Isonzo, quindi marino in Adriatico, è numerose volte ferito. Nel 1917, dopo un volo di 450 km in aeroplano, bombarda la base navale austriaca di Cattaro. Il 9 agosto 1918 effettua un volo de plus di 1000 km e sciolto degli opuscoli su Vienna.
Alla fine della guerra è diventato un eroe nazionale e fatto dell'ombra a Mussolini.
Il 12 settembre 1919 si afferra del porto di Fiume che gli alleati rifiutano all'Italia e lo governa (per conto dell'Italia) fino agli ultimi giorni del 1920. Infatti, il 12 novembre 1920 il regno dell'Italia ed il regno dei serbi, croati e sloveni firmano il trattato di Rapallo con il quale si impegnano a riconoscere l'indipendenza complete dello Stato di Fiume. Di Annunzio rifiuta di riconoscere quest'accordo ed è espulso della città dalle truppe italiane.
Dopo quest'epopea, cade lentamente nella dimenticanza fino alla sua morte nel 1938.
I fascisti hanno ripreso il suo ciao - al Romano ed il suo grido di guerra: “A noi! VIA! VIA! Alalà!„.
Interventismo di Mussolini.
L'Italia contro la Austria-Ungheria.
1915-1917.
Anno dei disfattisti.
Vittorio Veneto ecc.
Biografia sommaria.
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Linea Maginot - l'Italia in guerra 1915-1918; Documento realizzato a partire da elementi di origini diverse di cui, in particolare, dei commenti di Paulette Jarrige (insegnando di storia) che ringraziamo vivamente. E_R Cima ©2005-2008
0_*; Archivi locali; 1_*; Introduzione; 2_*; Fine 1914; 3_*; 1915. Entrata in guerra; 4_*; Mussolini soldato; 6_*; 1918. La vittoria