Introduzione

Il primo lavoro rinforzato, della futura linea Maginot, è messo in cantiere di fronte all'Italia, nel 1929, a Rimplas (dipartimento delle Alpi marittime). Con quest'atto, a carattere militare, la Francia risponde allora ad alcune provocazioni che emanano da un fascisme crescente.

Questo documento illustra questo arrivo dell'fascisme che preoccuperà la Francia di tra due guerre.

1919: La vittoria mutilata

Benché l'Italia faccia parte delle quattro grandi potenze vittoriose, i suoi vecchi alleati non rispettano il trattato di Londra e mutilano così la vittoria italiana

Il trattato di Londra non è più d'attualità

L'Italia fa parte delle quattro grandi potenze vittoriose: Francia, Gran Bretagna, Italia e USA (nel 1917 gli USA sono entrati nel conflitto e la Russia se ne è ritirata, in seguito alla rivoluzione sovietica).

L'8 gennaio 1918 il presidente degli USA, Wilson, aveva stabilito un programma chiamato “messaggio dei quattordici punti„, basa di riorganizzazione politica ed economica del mondo. “Il principio delle nazionalità„ vi prevedeva che le nuove frontiere sarebbero state tracciate secondo linee chiaramente riconoscibili tra le nazionalità. L'esistenza di queste “linee„ era, ovviamente, soltanto utopia pura ma la base d'accordo proposta da Wilson era stata accettata da tutti i belligeranti ed è sostenendosi che fu creata, tra l'altro, l'Jugoslavia.

Per stabilire uno stato di pace solida e duratura, la conferenza della pace si riunisce a Versailles dal 18 gennaio 1919. Benché 32 stati vi siano rappresentati il quattro grandi potenze vittoriose si suppongono il privilegio di tutto là régenter.

Il capo del governo italiano, Orlando, chiede dunque che il trattato di Londra sia applicato e che sia aggiunta alle clausole del trattato il annexion del porto di Fiume, popolato per lo più di italiani.

Ottiene Trentin ed il Tirolo fino al collare del Brennero, benché quest'ultima regione sia di lingua tedesca, ma a proposito della costa adriatica e di Fiume pulisce un rifiuto categorico da parte degli alleati. Quest'ultimi che si basano “sui 14 punti di Wilson„ influiscono sulla costa alla nuova Jugoslavia e, considerando che Fiume costituiva uno sbocco “naturale„ dell'Jugoslavia rifiuta di soddisfare la rivendicazione italiana. In tutta l'Italia i nazionalisti manifestano a proposito “della vittoria mutilata„.

Inizi del movimento fasciste

Nel gennaio 1919 la distribuzione politica italiana cambia molto rapidamente: regalo Luigi Sturzo (sacerdote siciliano) fonde una nuova parte democratica cristiana (parte popolare italiana) che fa concorrenza alle idee socialiste e prospera ad alta velocità; i vecchi combattenti creano un po'ovunque associazioni di arditi senza relazione con Mussolini; l'uomo forte dell'ideologia nazionalistica è il poeta e vecchio combattente di Annunzio, eroe nazionale.

Quindi l'udienza di Mussolini è estremamente ridotta nella popolazione, benché nel suo giornale parli “di humiliation„ e richieda il annexion di Fiume e della Dalmazia. Il 23 marzo, circondato di un centinaio di persone crea a Milano il primo “fascio italiano di combatimento„ (fascio italiano di combattimento). Questo nuovo movimento è eterogeneo, peraltro Mussolini lo proclama con orgoglio:

Ci permettiamo il lusso di essere aristocratici e democratici, essere conservatori e progessisti, essere rivoluzionari e conservatori, essere légalistes ed illegali allo stesso tempo, secondo le circostanze, il tempo ed il luogo dove siamo costretti ad agire.

Fin dalla sua creazione i suoi membri adottano la camicia nera come uniforme.

Le Socialisti sono, sembra, fra i primi a dare una (forse troppo grande) importanza a questo nuovo movimento il cui impatto è allora molto modesto e, indirettamente, médiatisent rapidamente. Infatti, il 15 aprile 1919 si dirigono in forza (20000 persona) verso la sua sede che è anche quello del giornale “egli Popolo di Italia„ allo scopo proclamato di mettere il fuoco e pendere Mussolini. Alcuni fascisti, armati, scuriscono sulla processione e lo disperdono. Quindi, in rappresaglie, metteranno il fuoco alla sede del giornale socialista “Avanti„. La polizia non interviene. Il modo forte, anche con pochi individui, ha appena mostrato la sua efficacia.

Il governo Orlando è invertito

I giorno dopo della vittoria presentano, sul piano economico, un'Italia fortemente indebolita dalla guerra. La sua marina mercantile, ad esempio, ha perso il 60% della sua capacità e la mancanza di materie prime, importate principalmente per via marittima, favorisce la concorrenza straniera. La riconversione dell'industria di guerra in industria civile costa molto caro ma l'Italia ha già un debito esterno così importante che le sue entrate coprono soltanto tra la metà ed il terzo delle sue spese, essendo il resto dipendente dai crediti franco-anglo-américains.

È per necessità economica o per forzare l'Italia a chiedere poche compensazioni territoriali? Sempre è che nel marzo 1919 i crediti stranieri sono eliminati. È allora l'inizio di una lunga recessione che tocca tutte le classi sociali. Anche l'industria pesante, principale beneficiario della guerra e che ha dato tra l'altro due giganti (Ilva ed Ansaldo) internazionali, non è salvato. Certamente i primi a soffrire dell'inflazione monetaria sono gli operai. I loro sindacati richiedono aumenti che sono rifiutati loro ed è un seguito di scioperi che non fanno che amplificarsi.

Il 23 aprile 1919, mentre la conferenza della pace non ha ancora ufficialmente deliberato, il presidente Wilson mette in cortocircuito la diplomazia e si rivolge direttamente al popolo italiano per dimostrargli che le sue esigenze su Fiume sono non fondate. L'opinione pubblica italiana indigne e, in segno di protesta, Orlando lascia la conferenza. Clemenceau per la Francia, e Lloyd George, per la Gran Bretagna, continuano allora a dividersi le spoglie dei paesi superati e propongono anche, poiche'gli italiani sono partiti, di considerare caduco il trattato di Londra! Allora, ad esempio, la regione Adalia e Smyrna, del vecchio impero turco, rivendicata dagli italiani è data alla Grecia; gli italiani non ricevono alcun mandato in Asia minore e sono anche esclusi dalla divisione delle colonie ex tedesche dell'Africa!

Il 6 maggio, a Roma, al Capitole, di Annunzio fa un discorso infiammato a proposito delle città adriatiques che dovrebbero ritornare all'Italia. Spiega bandiere, fa suonare il tocsin e suscita una grande emozione nella popolazione che la ascolta. Il giorno dopo Orlando ritorna sedersi alla tavola dei negoziati della conferenza della pace ma può recuperare soltanto molliche di ciò che, secondo il trattato di Londra, avrebbe di ritornare all'Italia. Il 17 maggio fa allora occupare la regione di Smyrna e richiede un mandato su tutta la Asia minore se le sue rivendicazioni adriatiques non sono soddisfatte. Le discussioni si sprofondano, risse scoppiano a Fiume (temporaneamente occupata da una forza interalliée) tra la guarnigione francese e civili italiani e, il 19 giugno, il governo Orlando, colpevole di avere male difeso la causa del suo paese, è invertito.

Il governo Nitti ha difficoltà a gestire la crisi

Gli scioperi si succedono per ragioni diverse. Nelle campagne, dietro la PSI o il PI “delle leghe agrarie„ si costituisce ed occupa le terre incolte o male coltivate. Nel luglio due fra esse spaventano fortemente la borghesia poiché hanno lo scopo di protestare contro gli interventi combinati nella guerra civile che imperversa in Russia tra russes bianchi e russi rossi. A Fiume di nuove risse contro la guarnigione francese si traducono con la partenza del reggimento italiano il 24 agosto.

Il 10 settembre il trattato di santo germano conferma la nascita dello stato iugoslavo e déboute definitivamente l'Italia delle sue pretese adriatiques. 12 di Annunzio, alla testa di una colonna motorizzata che mescola soldati in attività e vecchi combattenti, si presenta dinanzi a Fiume dove la guarnigione lo lascia entrare. Proclama allora il annexion di Fiume all'Italia. La Francia, la Gran Bretagna e gli USA non reagiscono che lascia allora il compito agli italiani ed agli Iugoslavi di risolvere il problema. I 25, Mussolini scritto:

La rivoluzione cominciata a Fiume può soltanto concludersi a Roma.

Una volta ancora si può constatare che gli abusi di autorità sono paganti per quelli che li fanno. Nitti è superato dagli eventi e pronuncia lo scioglimento della camera dei deputati il 29 settembre.

In attesa delle elezioni Mussolini organizza a Firenze 1o il congresso fasciste durante il quale presenta un programma alle rivendicazioni allo stesso tempo di sinistra estrema e di destra estrema. Chiede e il suffragio universale sia esteso alle donne, che la rappresentazione si faccia alla proporzionale, che il senato sia abolito, che il capitale sia imposto, che sia creata una milizia, che l'Italia intraprenda una politica estera espansionistica, ecc.

A Fiume di Annunzio organizza un plebiscito durante il quale gli abitanti votano ad ampia maggioranza per la loro attaccatura all'Italia e, da parte sua, la PSI aderisce al IIIe Internationale e non ha un solo obiettivo riconosciuto: organizzare la dittatura del proletariato con la moltiplicazione degli scioperi in tutto il paese e mediante la lotta contro i fascisti, i nazionalisti ed i monarchici.

Quando il 16 novembre gli italiani eleggono a suffragio universale e proporzionale alla loro nuova camera, sulle 508 sedi da fornire le Socialisti (PSI) ne ottengono 156 e populisti (PI) 100, che fanno uscire così tutti due grandi vincitori dello scrutinio. La parte di Nitti ne non ottiene che 37 e Mussolini nessuno. Il giorno dopo mattina una bomba scoppia a Milano in mezzo ad una processione socialista e fa fortunatamente soltanto nuovo feriti. Immediatamente la polizia perquisirà alla sede della parte fasciste e questo gli permette di recuperare numerose armi fra cui granate. Mussolini è allora fermato quindi ridotto la sera stessa.

Il 1° dicembre, in occasione della seduta d'apertura della nuova camera, i deputati del PSI gridano “vivono i Soviet! Viva la repubblica!„ e lasciano la sala. Non sono stati eletti per prendere parte ad un altro governo che lo è loro rifiutano dunque ogni compromesso. Quindi Nitti non riesce a costituire un governo d'alleanza (fragile) soltanto con il PI, il 21 dicembre. L'anno 1920 si annuncia difficile da vivere!

1920. Aumento dell'fascisme

Più il tempo passa e più l'agitazione socialista preoccupa il patronato e le classi dirigenti. Mussolini si proclama allora campione della contre-révolution.

Insoddisfazione generale

Nel gennaio 1920 ci sono più di 2 milioni di disoccupati e numero di loro è vecchi combattenti che non hanno potuto trovare lavoro dalla loro smobilitazione. L'insoddisfazione del 1919 è altrettanto longeva e le agitazioni sociali vanno soltanto amplificarsi nel corso dei mesi seguenti.

In aprile un movimento di sciopero preso avvio a Torino si estende poco a poco quasi a 500.000 operai. Mussolini sostiene i percussori di cui qualifica l'azione “di prima grande rivoluzione del popolo italiano contro i exploiteurs„. Ma, allo stesso tempo, nel suo giornale “egli Popolo di Italia„, precisa che la crisi subita dall'Italia è quella della borghesia e delle classi dirigenti ma che è anche quella del socialismo e che la crisi del socialismo è più grave e più tragica delle altre.

Il 12 aprile, nel corso del suo ò congresso, a Napoli, il PI ritira il suo appoggio al governo Nitti i cui giorni ormai sono contati. Il 24 maggio, a Roma, una manifestazione a favore di uno Annunzio gira male e fa cinque morti di cui quattro poliziotti. Inizio giugno Nitti decreta aumenta del prezzo pane. Ma dinanzi all'opposizione numerosi deputati fa macchina posteriore e si dimette il 9 giugno. L'Italia diventa sempre più ingovernabile e Giovanni Giolitti, che lo sostituisce, riesce a formare un ministero soltanto su un programma che, tra l'altro, prevedeva lo stabilimento di un vero regime parlamentare e la confisca dei profitti di guerra.

Gli operai prendono a disposizione le fabbriche

Il nuovo capo del governo è immediatamente confrontato ad una serie di scioperi ed usa l'esercito per porre fine fra l'altro a Milano e Piombino. Il 26 giugno l'11o reggimento di bersaglieri, ad Ancona, mutine e si rifiuta di obbedire ai suoi ufficiali, ma la calma ritorna rapidamente nella caserne. Inizio agosto i negoziati sociali in attesa di adattare i salari al costo della vita, che l'inflazione fa scalare a velocità vertigineuse, sono rotti dal patronato e lo sciopero generale scoppia il 19 agosto. Mussolini garantisce gli operai in sciopero della sua attenzione simpatica a condizione tuttavia che il movimento non degenera in violenza contro gli uomini o contro le macchine.

I 28, la ditta Romeo di Milano tentano di fare occupare le loro fabbriche dalla polizia. La reazione degli operai a Milano e geni è immediata: occupano quasi 500 fabbriche ed eleggono “consigli di imprese„ che si sostituiscono ai proprietari. Questi “consigli„ si vogliono essere il preludio alla distruzione del capitalismo e della proprietà privata così Giolitti si preoccupa ma resta calmo e per precauzione fatto procedere al ritiro delle truppe italiane dell'Albania per rafforzare quelle del territorio. Quindi, con discrezione, fa occupare le città industriali senza sloggiare gli operai. Nello stesso tempo avvia negoziati con i sindacati. La CGT calma il gioco e non segue gli operai che vogliono trasformare le occupazioni di fabbriche in insurrection generale, invece negozia il riconoscimento del principio del controllo operaio sulle imprese. Nel suo giornale Mussolini indigne allora a proposito della lentezza dei negoziati:

Poco importa che le fabbriche appartengono ai proprietari o agli operai purché si lavori!

Il 27 agosto di Annunzio dà Constitution rivoluzionaria a Fiume. Gli statuti sono totalitari e convengono a Mussolini che scrive l'11 settembre:

Questi statuti sono “vivi„ e non sono soltanto per Fiume ma per tutta l'Italia!

Il 21 settembre, a Roma, lavoratori dipendenti, patronato e governo cade infine d'accordo su un progetto di legge favorevole “al controllo operaio„ delle fabbriche. Il 4 ottobre il lavoro riprende allora ovunque ed il progetto di legge cadrà rapidamente nei oubliettes alla grande soddisfazione delle classi dirigenti e del patronato che ha creduto tutto di perdere in poco tempo.

Aumento in potenza del fascisme

Poiche'i movimenti sociali temporaneamente si sono calmati, Mussolini si dichiara sinceramente contro-rivoluzionario e chiama tutti gli uomini d'ordine a raccogliersi attorno a lui, contro il bolchevisme e l'anarchia.

Fin da questa presa di posizione netta, il fascisme diventa potente in uomini, stanchi delle Socialisti che disorganizzano il paese pur prendendosene ai vecchi combattenti resi responsabili della guerra e del suo seguito economico catastrofico. Diventa potente in denaro, fornito dai grandi industriali ancora sotto la scossa dei sollevamenti operai appena calmati. Infine diventa potente con le armi che gli fornisce il ministero della guerra per fornire la sua milizia, “il squadri„, assistenti della polizia di fronte eventuali alle future agitazioni socialiste.

A quest'epoca i fascisti non rappresentano ancora una forza considerevole. Tuttavia, vêtus della loro camicia nera, organizzano allora spedizioni punitive dove il terrore bolchevique è combattuto dal terrore fasciste. Gli avversari sono avvolti di colpi e purgati all'olio d'ricin. Quando Italo Balbo, capo “del fascio„ di Ferrara, reprime violentemente uno sciopero di operai agricoli, quando il 14 ottobre, a Trieste, i fascisti incendiano gli uffici del giornale socialista “egli Lavatoro„, la polizia non interviene poiché Giolitti pensa ancora di potere controllare “il squadri„, ma è già troppo tardi! Così a Trieste, Chambre del Travail di Bologna è investita il 4 novembre e gli abusi di autorità non fanno che cominciare!

Il 12 novembre l'Italia firma con l'Jugoslavia il trattato di Rappallo con il quale ottiene definitivamente tutta Vénétie ed Istrie, le isole di Cherso, Lussin, Lagosta e Pelagosa e la zona franca di Zara. In cambio Fiume è riconosciuto come stato indipendente. Tuttavia questo trattato, favorevole agli italiani, insoddisfatta i nazionalisti di cui di Annunzio che, in rappresaglie, fa occupare alcune isole iugoslave dei dintorni di Fiume,

Con o senza relazione con la causa di Fiume, l'avvocato nazionalistico Giordani, mutilato di guerra e consigliere comunale di Bologna, è allora assassinato. Allora, in tutta l'Italia, i confronti tra fascisti e Socialisti intensificano di violenza. Il 21 novembre, quando il nuovo comune socialista di Bologna si presenta alla folla, sul balcone della mairie, “il squadriti„ aprono il fuoco che fa 10 uccisi. Rinnovano la loro azione il 10 dicembre a Ferrara. Allora i fascisti si attaccano a tutte le cooperative ed a tutte le sedi locali del partito socialista senza che la polizia intervenga. Il 15 dicembre degli operai tenta di assassinare Dino Grandi, veterano della guerra, su pretesto che osa portare una decorazione militare. Il giorno dopo cresciuto si iscrive al fascio di Bologna, con Balbo diventerà uno dei capi del fascisme.

Dicembre 1920. Per mettere un termine alla fornita di Fiume, che infetta la politica interna e le relazioni estere dell'Italia, Giolitti lascia il compito al generale Caviglia, vincitore di Vittorio Veneto, di organizzare una spedizione sulla città ribelle. Dinanzi all'esercito italiano di Annunzio rifiuta di sottoporsi e l'attacco comincia il 25 dicembre. Il 31 dicembre di Annunzio capitola dopo quattro giorni di combattimenti più o meno simbolici ma che avranno lo stesso costato la vita a 54 persone. I nazionalisti indignent e parlano “del Natale di sangue„. È la fine della vita politica di uno Annunzio. Mussolini gli rende onore quindi utilizzerà al suo profitto la sua gloria, il suo nome, la sua tuta simbolizzata da una camicia nera ed il suo grido di guerra. da Annunzio, fino al suo decesso nel 1938, glielo perdonerà mai.

Fine 1920, il fascisme è diventato una grande forza di persuasione. Gli rimane da diventare una forza politica legale.

1921: Il fascisme diventa una parte politica

Dopo essersi preso alle città, il movimento fasciste se ne prende alle campagne. Socialisti e governi in posto non possono stabilire il suo aumento crescente.

Il 15 gennaio 1921, al congresso del partito socialista, moderati ed extrémistes si disputa a proposito della linea di condotta da tenere: seguire quella dettata da Mosca o non? Ed il congresso si conclude con la scissione tra Socialisti (PSI) e comunisti (PCI), cosa che indebolisce il socialismo nell'opinione pubblica. Come, inoltre, in molte città, i marxisti si attaccano alle chiese ed alle effigii della famiglia reale, come nelle vie avvolgono di colpi alcuni curati e soldati, per contraccolpo, il movimento fasciste si rafforza.

Quest'ultimo, principalmente urbano, si estende allora alle campagne dove le chiamano i grandi proprietari terrieri che si preoccupano dell'ampiezza presa dall'syndicalisme contadino le cui “leghe agrarie„ si adattano sempre più di diritti relativi alla cultura delle terre.

Il terrore fasciste si abbatte allora sulle campagne dove i lavoratori agricoli, dispersi, sono praticamente senza difesa. Alcuni autocarri riempiti di fascisti fanno irruzione in un villaggio, le camice nere saccagent tutto ciò che somiglia ad un locale sindacale o li tenta di resistere, quindi ripartono. L'incursione è durato soltanto alcune ore e le autorità, eventualmente benevole, non hanno avuto il tempo di intervenire. Il metodo sembra globalmente vantaggioso agli interessi fascistes poiché febbraio vede la creazione del millesimo “fascio„!

Il 23 marzo, a Milano, al teatro Diana, una bomba esplode facendo 18 morti. Lo stesso giorno, forse senza relazione con l'esplosione, Mussolini scritto “in egli popolo di Italia„:

Tra alcuni mesi, l'Italia intera sarà in nostro potere

E il 3 aprile, nel corso della prima “celebra fascista„, a Bologna, Mussolini giustifica l'azione più che muscolare “del squadri„ con un discorso inequivocabile:

Dobbiamo agire così, preceduti di una colonna di fuoco (ecc.) è ovvio che noi, per imporre le nostre idee ai cervelli, dobbiamo, al suono dei bastonnades, toccare i crani refrattari.

I fascisti creano sindacati di lavoratori agricoli per arruolare le masse rurali, cosa che non è ovvia viste le azioni condotte contro esse, in aprile, a Ferrara, Italo Balbo e Dino Grandi fonde il primo sindacato fasciste di lavoratori agricoli. Quindi, per demagogia, proprietari terrieri fascistes e grandi concretizzano una frase scritta il 23 marzo da Mussolini (l'unica rivoluzione possibile in Italia è la rivoluzione agraria che deve dare la terra a che la lavorano) ed alcune cattive terre sono allora distribuite ad agricoltori. La propaganda di Mussolini può allora fare valere, a poche spese, che le Socialisti promettono e che i fascisti realizzano.

Tentativi di opposizioni all'fascisme

In aprile di Annunzio che critica i metodi fascistes e, dopo fornita di Fiume, non apprezzano più Mussolini, provano a creare “partito dal lavoro„ che associa il PI e le Socialisti moderate. Le Socialisti rifiutano ed il tentativo fallisce.

Più nulla sembra fermare i fascisti e, meglio, il ministero Giolitti, indirettamente e non intenzionalmente, favorirà anche la loro entrata al Parlamento. Approfittando di una congiuntura mondiale favorevole, tradotta da un ribasso delle tariffe dei prodotti di base, Giolitti era riuscito a ridurre il deficit cronico italiano. Inizio aprile, per accelerare ancora i rientri di denaro, pensa di agire contro una certa frode fiscale decretando le azioni borsistiche “personali„. Ma questa costrizione toglie al vaticano la possibilità di acquisire azioni ed il governo perde immediatamente il sostegno dei cattolici del PI. È messo in minoranza e il 7 aprile Giolitti scioglie Assemblée.

Il 15 maggio le elezioni legislative permettono l'entrata al Parlamento di 35 deputati fascistes di cui Mussolini, Balbo e cresciuto, il PI guadagna 7 sedi, le Socialisti e comunisti ne perdono in qualsiasi 18 ciò che permette a Mussolini, nel suo primo discorso al Parlamento, di affermare che il socialismo non ha più nessuna possibilità di imporsi.

Il 21 giugno, sempre al Parlamento, Mussolini, farouchement athée, fa un grande passo interessato in direzione dei cattolici:

La sola idea universale che esiste oggi a Roma emana dal vaticano. Se il vaticano rinuncia ai suoi sogni temporali “credo che attualmente sia di farlo„, l'Italia, il governo laïc dell'Italia, deve fornire al vaticano l'aiuto materiale per le scuole, le chiese, gli ospedali e gli altri stabilimenti a disposizione del potere laïc. Dico questo perché lo sviluppo del cattolicesimo nel mondo fa che tutte le parti del mondo girano i loro sguardi verso Roma e questo è una ragione d'orgoglio per noi italiani.

In occasione delle elezioni i giolittiens hanno ottenuto soltanto 80 sedi così il 23 giugno Giolitti si dimette. Quindi tenta di ricostituire un nuovo governo ed abbandona il 27 giugno. Il 4 luglio Ivanoè Bonomi (ex-Socialista espulsa del PSI nel 1912 per il suo atteggiamento moderato) gli succede e raccoglie una maggioranza che esclude soltanto i fascisti, i comunisti e le Socialisti. Allora comincia un periodo di preoccupazioni diverse per Mussolini. Il 6 luglio appare a Roma “arditi del Popolo„ degli organizzati dalle Socialisti ed i comunisti, sul modello “del squadri„, è l'equivalente di una guerra di gang che comincia. Quindi il 21 luglio, a Sarzana, per la prima volta la polizia trae “sul squadriti„ che uccide 20 fascisti. Il 3 agosto, alla pressione dei suoi mutuanti che iniziavano ad essere ansiosi a causa dell'atmosfera di violenza nociva all'economia del paese Mussolini e la PSI firmano “il patto della pace„ perché cessino le aggressioni violente, ma l'ala dura dell'fascisme, Balbo e cresciuto in testa, rifiuta di applicare quest'accordo. Organizzano anche una marcia su Ravenne per vendicare le loro morti di Sarzana e tutti i luoghi socialisti della città saccagés.

Il fascisme diventa una parte politica

In novembre la società delle nazioni autorizza l'Italia “a proteggere„ l'Albania.

Al secondo congresso fasciste di Roma (7 novembre), dinanzi all'insistenza degli extrémistes del movimento, Mussolini accetta di porre fine “al patto di pace„, su pretesto che le Socialisti avevano conservato un discorso rivoluzionario e che i comunisti erano troppo settari. Quindi è ufficialmente creata la PNF (parte nazionale Fasciste) che si sostituisce al movimento “del Fasci di Combattimento„. Mussolini è ora Duce della parte.

Nel corso di questo stesso congresso è creata il sindacato “Unione operaia del lavoro sotto direzione„ da Balbo e cresciuto. Mussolini dichiara allora che la PNF è pronta a sostituirsi allo Stato ogni volta che quest'ultimo si mostrerà incapace di difendere gli interessi, specialmente ideali, del popolo italiano, ed incapace di combattere le cause di disaggregazione della nazione.

L'anno 1921 si conclude con la pubblicazione, i 27, del programma del nuovo PNF: politica esterna impérialiste, economia liberale, regime monarchico eccetto se quest'ultimo non si mostrasse all'altezza nella difesa degli ideali italiani.

1922. Presa legale del potere

Le parti al potere non sanno fare fronte ad un fascisme sempre più violento. In ottobre il re è portato a proporre a Mussolini di costituire un governo.

Le camice nere si afferrano delle città italiane

A corso dell'anno 1921, sono tra l'altro più di 700 sedi del PSI che saccagés dai fascisti. Tuttavia, quando il 4 gennaio 1922, alla conferenza interalliés a Cannes, Mussolini incontra LLoyd George (primo ministro della Gran Bretagna) ed Aristide Briand (Presidente del Consiglio francese per 8 giorni ancora) tutti sembra sympathiser con Duce,

Il 22 gennaio il papa Benoît XV muore. Alcuni giorni più tardi è sostituito da Pie XI, arcivescovo di Milano che, in segno di bienveillance riguardo al fascisme, aveva benedetto le insegne delle camice nere.

Affinché la PNF mostri che fa un passo significativo in direzione dei nazionalisti e della borghesia, preoccupati un tempo dall'inesattezza della dottrina fasciste, il 25 gennaio Mussolini fa apparire la nuova rivista “Gerarchia„ (gerarchia) alla quale collabora il filosofo liberale Benedetto Croce. L'oggetto di questa pubblicazione è di mostrare che il fascisme è iscritto di lunga data nella storia ed immerge le sue radici in passato nazionale italiano. Quindi crea la confederazione nazionale delle corporazioni sindacali, organizzazione che raccoglie nel suo ambito proprietari e lavoratori dipendenti di ogni corporazione. Questo raggruppamento che, per definizione, condanna la lotta delle classi, fa diga al syndicalisme tradizionale che riassicura i capitalisti ma non alcuni parlamentari. E il 2 febbraio il governo Bonomi è invertito per non essere riuscito a sciogliere le formazioni paramilitari che fiorivano in tutta l'Italia, come pure per avere inzuppato in uno imbroglio finanziario. Giolliti ricambiato dal PI, non arriva a formare un nuovo governo ma uno dei suoi parenti, Luigi Facta, riesce penosamente a costituire uno con i liberali.

Una conferenza internazionale, riunita a geni a proposito “delle riparazioni„ che la Germania deve ai paesi vincitori della guerra, riduce temporaneamente l'atmosfera in politica interna italiana. Ma, la conferenza terminata, le Socialisti organizzano nuovi movimenti di sciopero che danno ai fascisti l'occasione di manifestarsi con violenza. Il 12 maggio Balbo lancia 40.000 camice nere su Ferrara allo scopo di fare ottenere lavoro ad alcuni disoccupati e di liberare un fascista imprigionato. Poiché il préfet gli dà quasi immediatamente soddisfazione Balbo dirige allora i suoi uomini su Rovigo quindi il 30 maggio su Bologna. Là il préfet non cede al ricatto e Mussolini, in regolatore, ordina ed ottiene la partenza dei fascisti.

Ma l'tregua è soltanto di breve periodo ed in luglio “le marce„ ricominciano. Le camice nere entrano in Andria i 3, in Viterbo i 12, in Crémona i 13, in Alatri i 14, in Tolento, in Novare ed Ancona i 17, in magenta i 24, e infine Ravenna, Rimini, Piave e Bielle i 26. Ovunque le sedi delle parti di sinistra ed i loro giornali sono messi a borsa ed a Cremona Roberto Farinacci, il capo “del fascio„ locale, fa, allo stesso tempo, saccager gli appartamenti di due parlamentari, uno del PSI (Gariboti) e l'altro del PI (Miglioli).

Dopo quest'aumento di violenza che il governo non sembra potere più (o non volere) fermare, il 19 luglio Facta è invertita. Alcune Socialisti sono allora ricevute dal re e gli propongono di sostenere un governo realmente antifasciste. Ma non sono seguiti dalla direzione dura del PSI, cosa che divide un po'più la sinistra italiana e, per contraccolpo, rafforza la potenza della parte di Mussolini.

Il 25 luglio, in piena crisi ministeriale, i sindacati non fascistes “alleanza del lavoro„ decide di organizzare uno sciopero generale in tutta l'Italia, il primo agosto, per protestare contro la violenza fasciste. Mussolini decreta immediatamente la mobilizzazione generale delle camice nere e lancia un ultimatum:

Se nelle 48h dopo l'inizio dello sciopero, il governo non è riuscito a farla cessare, i fascisti stessi se ne incaricheranno direttamente.

Quando infine Facta riesce a ricostituire un ministero, il primo agosto, immediatamente è dunque confrontato al problema di questo sciopero “légaliste„ che le camice nere hanno promesso di rompere con la forza.

Minacce e persuasioni muscolari da parte dei fascisti verso i percussori e fascisti non percussori che mantengono in attività i principali servizi pubblici fanno che il 3 agosto “l'alleanza del lavoro„ prende atto del suo fallimento ed ordina la fine dello sciopero. Approfittando di quest'arretramento, Mussolini morsetto mentre la sua parte è, evidentemente, la sola forza capace di salvare l'Italia “del pericolo bolchevique„ ed i fascisti prosegue le loro violenze una settimana che dura contro le sedi delle organizzazioni socialiste e contro i municipi di varie città come Livorno, Gènes, Ancona e Milano dove la sede del giornale “Avanti„ è di nuovo incendiata.

I fascisti provano anche ad afferrarsi di Forli e di Parme ma, là, le milizie operaie si difendono con desiderio durante cinque giorni e le camice nere, dopo avere 35 avere uccisi, sono finalmente obbligate a lasciare la regione.

Il 12 agosto Mussolini equilibra ancora tra una presa di potere “legale„ ed un colpo di Stato praticamente cominciato. A Roma il generale Badoglio, riunione Facta e gli propone di fare intervenire l'esercito contro i fascisti e di fermare Mussolini. Facta esita, Badoglio insiste facendogli osservare che:

Anche se una parte degli ufficiali è favorevole alle idee nazionalistiche di Mussolini l'esercito è soprattutto fedele al re e non esiterà ad andare contro i fascisti se tentano di invertire la sovranità.

Ma Facta, per timore di rappresaglie, si oppone ad ogni intervento militare.

Il mercato su Roma

Le Socialisti sono divise, il governo si riconosce impotente, l'opinione pubblica non ha reagito, infine l'oppositore di Annunzio è temporaneamente messo sulla chiave il 16 agosto nel corso di una ricezione durante la quale, nessuno non sa perché, cade da una finestra e si ferisce. Di fronte a Mussolini, cosa resta?

Il 25 settembre a Milano, nel corso di una riunione del consiglio nazionale della parte fasciste, Duce fa così il punto sulla situazione:

Il fascisme guadagna ovunque terreno. I nostri avversari non sono più in stato di opporsi a noi. I carabiniers sono molto pronti al nostro riguardo e l'esercito sarà di una neutralità benevola. Facta non farà trarre su noi ed i monarchistes sono riassicurati dai miei discorsi antisocialistes. Infine i parlamentari non hanno soltanto un'idea in testa: essere bene con noi! I punti scuri che rimangono sono: la città di Parma, il re, di Annunzio ed il indiscipline di alcuni fascisti. Si potrà regolare la sorte di Parma abbastanza facilmente. Attorno al re ci sono elementi che potranno agire su lui nel nostro favore e di Annunzio, egli è possibile azionarlo. Occorre dunque continuare a sottoporre l'opinione ed il potere ad una doccia scozzese di minacce e di smentite che riassicurano.

Quanto alla indiscipline di alcuni fascisti, ora rischia di diventare pericolosa soltanto dopo la presa di potere! Mussolini riassicura dunque sovente i monarchistes che dichiara tra l'altro che “la corona non è un gioco, purché la corona non vogliamo, essa, in mettersi in gioco!„.

L'adesione di una parte non trascurabile della nobiltà (la regina madre pubblicava già la sua compassione per il fascisme da tempo) diventa palese agli occhi del pubblico quando il 28 settembre, in occasione di una cerimonia a Merano, il duca di Aosta, cugino del re, passaggio in rivista una formazione di camice nere mentre la musica militare effettua l'inno fasciste Giovinezza.

Il 18 ottobre Balbo, di Bono e di Vecchi si incontra a Bordighera per mettere a punto l'ultima azione che deve condurrli al potere: Il mercato su Roma. La regina madre, margherita della Savoia, vedova del re Humberto I, li invita a cenare ed il loro auspica il successo per i loro progetti relativi alla dimensione della patria. Il 23 ottobre Mussolini incontra a Roma l'ex presidente del consiglio, Salandra, e avere un colloquio con lui della dimissione imminente di Facta, e del governo seguente che potrebbe comportare alcuni ministri fascistes. In fatto, il 24 ottobre, a Napoli, al congresso nazionale del PNI, dinanzi a 40.000 camice nere, dopo avere fatto ancora l'elogio della monarchia e dell'esercito, Mussolini abbatte le sue carte:

Non intendiamo vendere il nostro diritto di primogenitura ammirevole ideale per un piatto misero di lenti ministeriale. Il problema si presenta e si impone come un problema di forza. Vogliamo diventare lo Stato. O ci danno il potere o lo prendiamo cadendo su Roma!

Quindi se ne gira a Milano attendere il seguito degli eventi.

Il 26 ottobre i parenti di Mussolini, Cesare Maria de Vecchi e Costanzo Ciano, fanno sapere a Salandra che Duce organizza un'azione generale delle camice nere e che “la marcia su Roma„ comincerà. Il 27 ottobre 26.000 camice nere, protette e fornite dall'esercito, si mettono in marcia verso Roma. Gli uomini sono distribuiti in tre colonne: La prima, comandata da Perrone Compagni e dal generale Ceccherini, parte di Civitavecchia; Il secondo, comandato da Ulisse Igliori e dal generale Fara, parte di Monterotondo; ed il terzo, comandato da Giuseppe Bottai, parte di Tivoli.

I 28, a Roma Facta, che dispone di una guarnigione forte di 28.000 uomini, prevede di resistere e fare fermare i capi fascistes. Ma, dinanzi al rifiuto del re, si dimette. Il sovrano tenta immediatamente di formare un altro gabinetto con Salandra, non vi arriva, e si risolve ad accettare che Mussolini prenda la successione di Facta. Il 29 ottobre alla mattina Mussolini, a Milano, è informata da Vecchi della decisione reale. Esige allora che la domanda gli sia presentata ufficialmente da telegramma. Quest'ultimo gli giunge nel pomeriggio. È firmato del generale Cittadini e precisa che suo Magesté il re gli chiede di venire immediatamente a Roma perché gli sia affidata la nuova formazione di un ministero.

Il 30 ottobre Duce arriva a Roma a 10:42. Una folla lo attende alla sua discesa del wagon-lit e lo applaude. Quando si presenta al castello Quirinal, dinanzi a Victor Emmanuel III, ha cambiato la sua tuta borghese di viaggio e gli dice:

Chiedo perdono al vostro Magesté se sono costretto a presentarsi ancora in camicia nera, segno della battaglia purtroppo sanguinante che è stato necessario consegnare. Porto al vostro Magesté l'Italia de Vittorio-Veneto e sono il servo fedele del vostro Magesté.

L'intervista dura 3/4 d'ora e, la sera, a 19:00, il governo è già costituito: Mussolini accumula le funzioni del presidente del Consiglio e del ministro dell'interno e degli affari esteri. I fascisti tengono la giustizia, le finanze, le province liberate e nove sous-secrétariats di Stato. Gli altri ministeri importanti (marina, istruzione, ecc.) sono attribuiti a soldati, nazionalisti, popolari e liberali. Questa ripartizione moderata, nella quale nessuno dei grandi capi fascistes (Balbo, Bianchi, Grandi e di Bono) non riceve portafogli permette di riassicurare l'opinione pubblica e ricongiungere numero di alti funzionari. Solo il conto Carlo Sforza, ex-ministro degli affari esteri, si dimette ed esiliato.

Il 31 ottobre alla mattina Mussolini calma sue Chemises nere che ristagnano alle porte di Roma da 3 giorni. Per dare loro l'illusione che hanno guadagnato una grande vittoria fa organizzare una parata dinanzi al palazzo reale e la sera stessa, mentre la folla grida “Viva l'Italia! Viva il Duce! „, per treni speciali, rinvia ogni “fascio„ nella sua regione d'origine.

Mussolini ha appena ricevuto legalmente il potere, non gli rimane soltanto da fare lentamente scivolare le istituzioni verso la dittatura.

Fascio. Fascisme

Fascio di licteur

Licteur romano con il suo fascio di barrette che circondano un hache (secondo Cesare Vecellio 1521-1601)

Nella Roma vecchia i licteurs sono allo stesso tempo tipi di uscieri di giustizia e di guardie del corpo. Infatti, effettuano le decisioni dei magistrati e sono anche incaricati di proteggere quest'ultimi. Il loro attributo distintivo è “il facis„ (barrette ed hache: tutto uno programma punitivo).

Fascio della repubblica francese

La Francia non ha un emblema ufficiale ma un emblema ufficioso che si trova, tra l'altro, sui propri passaporti. Al centro si può vedere “un fascio di licteur„

Sul sigillo (ufficiale quello) della Francia appare la repubblica (Marianne) che tiene un fascio di licteur.

Fascio: fascio/fasci (in italiano)

Il fascio, questo simbolo della forza della solidarietà pubblica, si trova in numerosi paesi (Gran Bretagna, USA, ecc.), su monumenti e/o parti di valuta.

Al xixo secolo è principalmente un simbolo di sinistra che, con estensione, designa un gruppo di individui forti poiché interdipendenti. Ad esempio, in 1893, i contadini siciliani che si sollevarono contro i loro signori, si chiamano “il fasci siciliani„; nel 1914, il gruppo di nazionalisti di sinistra che trascina l'Italia nella prima guerra mondiale si fa chiamare “fascio rivoluzionario d'azione interventista„ (lega rivoluzionaria per un'azione intervenzionista).

Riprendendo la parola e suo simbolico, nel 1919, Mussolini crea “fasci di combattimento„ (fasci di combattimento) e nel 1921 inventa il termine “di fascisme„ legato “al fasci„.

Fascisme

Secondo il modello italiano di Mussolini, il termine “fascisme„ ha preso un senso generico e designa ormai un regime politico la cui dottrina è d'ispirazione totalitaria e nazionalistica, allo scopo di creare uno stato molto (fascisme portoghese, spagnolo, tedesco, ecc.). Non entreremo nel dibattito che oppone fascisme e nazisme poiché non è oggetto di questo documento.

Gli alleati non rispettano il trattato di Londra.

I fascisti usano il metodo forte senza essere ricambiati.

Parte politica.

Presa legale del potere.

Fascisme.

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Linea Maginot - Italia. Presa di potere da parte dei fascisti; Documento realizzato a partire da elementi di origini diverse di cui, in particolare, dei commenti di Paulette Jarrige (insegnando di storia) che ringraziamo vivamente. E-R Cima ©2003-2008

0_*; Archivi locali; 1_*; Introduzione; 2_*; 1919. Vittoria mutilata; 3_*; 1920. Aumento dell'fascisme; 4_*; 1921. Fascisme politico; 5_*; 1922. Conquista del potere